martedì 2 gennaio 2024

PRIMAVERA AMBIENTALE di Ferdinando Cotugno

 PRIMAVERA AMBIENTALE di Ferdinando Cotugno

Ho trovato questo libro, e per questo motivo lo consiglio, interessante e utile. A partire dal titolo "molto politico"  <la primavera sarà compiuta e potente quando sarà intergenerazionale, quando attraverserà la società in modo trasversale>

E poi perchè riesce ad unire passione e razionalità, visione e realismo, sentimento e scienza, impegno personale con uno sguardo ampio e critico.

Una mappa (e a Cotugno le mappe, certe mappe piacciono, si trovano un paio di citazioni forti nel libro) che può, anzi direi lo è, essere utile per orientarsi con consapevolezza delle difficoltà, delle necessità e  della importanza di non sentirsi sopraffatti di fronte ad eventi enormi.

C'è anche una interessante risposta umana alla domanda di Marcello di Paola in Cambiamento Climatico su quale interesse possiamo avere per mobilitarci ora per gli spaziotemporalmente distanti.

Bel libro. Consigliato. Da leggere.


domenica 24 dicembre 2023

XI JINPING COME LA CINA SOGNA DI TORNARE IMPERO di Giorgio Cuscito

 XI JINPING  COME LA CINA SOGNA DI TORNARE IMPERO di Giorgio Cuscito

Ho leggo con grande interesse questo libro di Giorgio Cuscito.

Per me, che sono interessato, affascinato dalla Cina, ma anche preoccupato per le intenzioni e le conseguenze di un esito concreto della recente assertività nella polita estera e diplomatica della Repubblica Popolare, è un motivo di conoscenza, informazione e riflessioni.

Io parto da una base di semplice ignoranza, quindi non ho strumenti per dire se le analisi e le conclusioni di Cuscito sono tutte corrette, altri esperti potranno discuterle e contrapporre altre valutazioni, che sarà bello poter leggere e mettere a confronto.

Io banalmente posso dire che la schematicità per capitoli del libro aiuta a formarsi una idea complessiva, a seguire il procedere del ragionamento e a cercare nel proprio piccolo la razionalità e coerenza delle affermazioni.

Inoltre, diversamente dallo stile che alcuni saggi contenuti nella pur interessante rivista Limes (della quale Cuscito è Consigliere Redazionale) che spesso è volutamente supponente e contorto, questo libro è scritto in modo piano e comprensibile, e per un pubblico basico quale io rappresento è un sollievo.

 Nono voglio correre il rischio di essere ridicolo esprimendo una valutazione per la quale non ho gli strumenti di conoscenza, ma pure ho colto quella che mi sembra una caratteristica dirimente dell'era Xi rispetto alla precedente, allineata sul pensiero del "piccolo timoniere" Deng Xiaoping.

L'insegnamento di Deng era che la Repubblica Popolare dovesse "mantenere un profilo basso e perseguire gli obiettivi in maniera discreta"  (taoguang yanghui, yousuo zuowei), mentre Xi , scrive Cuscito a pag 74, "ha superato definitivamente il principio stabilito da Deng. Ha adottato una tattica più assertiva sul palcoscenico internazionale, cui i rappresentati diplomatici cinesi si sono adeguati prontamente".

I successi, la programmazione, il Zhongguo Meng,  ma anche le difficoltà più recenti del progetto cinese di tornare ad essere Zhongguo ( il "regno del centro" - centro del Mondo, come indicano i planisferi verticali che si usano in Cina) sono descritte con proprietà e chiarezza. E ben riassunte nell'ultimo capitolo intitolato "una mitopoiesi -Tendenza dello spirito umano a pensare o a interpretare la realtà in termini mitologici. -incompleta"

Molto spazio viene dedicato al "soft power" (scrive Cuscito: "soft e hard power sono simbionti. Si nutrono l'uno dell'altro. L'uso della forza può consentire di perseguire un obiettivo piegando la volontà altrui ma è il suo lato morbido che consente di plasmarla a proprio favore, spingerla ad accettare la posizione dell'egemone. E talvolta uniformarsi a essa") e in queste analisi nelle quali viene contrapposto il soft power americano - motore di creatività e proattività a prescindere dalla collettività di riferimento (forse una valutazione troppo benevola) a quello cinese che è concentrato sulla realizzazione della Cina ( torniamo al Tianxia, l'Imperatore che governa tutto ciò che sta sotto il cielo). Chi manca? Manca l'Europa, frammentata e rissosa, irrisolta e depressa, potenzialmente motore del più forte "soft power" e succube della miope incapacità dei governanti dei diversi Stati (ricordiamo eletti quasi tutti con un certo grado di democrazia elettorale)

C'è molto di più in questo libro, ma veramente molto. E magari anche di diverso da quello che ho capito io. Non rimane che suggerire di leggerlo. Ne vale la pena

giovedì 21 dicembre 2023

SIMONE PIERANNI. TECNOCINA

 SIMONE PIERANNI. TECNOCINA

Ma che bel libro questo TECNOCINA STORIA DELLA TECNOLOGIA CINESE DAL 1949 AD OGGI scritto da Simone Pieranni.

Una prima avvertenza: anche se il titolo potrebbe scoraggiare non appassionati di tecnologia non bisogna farsi ingannare. E' un libro leggibilissimo da tutti i curiosi di storia, di tecnologia, di politica, di ciò che non si conosce (che, questa ultima, è la migliore tra le curiosità) E' scritto poi in modo così divulgativo, mai noioso, sempre pacato e preciso - non cerca l'effetto e contemporaneamente non è noioso. Vale proprio la pena di leggerlo.

Aiuta a comprendere una realtà (che non è solo Stato, non è solo sistema politico, non è solo una storia millenaria, è questo e tanto altro probabilmente) che naturalmente è portata ad essere conosciuta per stereotipi. Io penso che, complice la pigrizia e la necessità di catalogare tutto con estrema velocità come ci stiamo abituando, non conosciamo la Cina perché nutriti di luoghi comuni o superficiali. Leggere questo libro è per molti versi illuminante. E' vero che se non siamo specialisti non possiamo conoscere la storia cinese dopo il '49 nel dettaglio, pure la guardiamo credo spesso come guardiamo la strada quando il parabrezza è appannato. Pieranni fa come lo sbrinatore, ci pulisce il parabrezza e ci fornisce una visione chiara. Poi dopo averla guardata possiamo dire (non potremmo permettercelo, ma è una scelta) che non ci interessa. Ma la sua funzione il libro la svolge in modo ammirevole.

Ma c'è qualcosa oltre l'interesse per la Cina (magari ampliato a tutto il Far East se lo si considera come noi della associazione Amici del gabbiano il cuore pulsante del mondo e meritevole di analisi, studio, conoscenza e condivisione). Qualcosa che ci interessa come italiani, europei, occidentali, viventi in democrazia.

Sono domande che nascono leggendo queste pagine. Domande che ci scuotono un po', per esempio sulla crisi della democrazia, sulla carenza di statisti lungimiranti, se esiste, all'interno di una vasto e contrapposto schieramento politico un minimo comune denominatore che unisce i diversi partiti.

La sfida tecnologica (mettiamoci anche quella ambientale) richiede programmazioni di decenni. Investimenti e progetti i cui risultati non sono a stretto giro. La Cina ci può apparire un sistema distopico e dispotico (dispotico lo è, non ci piove), e programma sui lunghi periodi - sono sui generis, lo so, probabilmente la realtà è più variegata. Nel nostro sistema che fortunatamente prevede la possibilità di alternanza tra diversi schieramenti che hanno diverse proposte e gruppi di riferimento, che devono competere per avere il mandato popolare, c'è la possibilità che sui grandi progetti, sulle visioni a lungo periodo (molto oltre la scadenza elettorale) ci sia una concordanza che non viene smontata  al cambio di governo? Ci possono essere statisti che vedono lungo? Vado sempre a finire su una questione, ma è quella che mi sta più a cuore: riusciremo a capire che l'Europa unita è il nostro destino se pensiamo come cittadini europei di voler avere un ruolo in questo secolo?

Non so se stimolare queste domande, che ho espresso in modo frettoloso e confuso, fosse nelle intenzioni di Pieranni, ma il suo libro me le ha suggerite. 

E questo per me è un altro motivo per consigliarne la lettura

mercoledì 1 novembre 2023

GERALDINE SCHWARZ _I SENZA MEMORIA STORIA DI UNA FAMIGLIA EUROPEA

 GERALDINE SCHWARZ  _I SENZA MEMORIA STORIA DI UNA FAMIGLIA EUROPEA

Ho apprezzato questo libro di Geraldine Schwarz. E' una indagine su come, nel secondo dopoguerra, in relazione alla Shoah, colpevoli, complici e ignavi abbiano affrontato, o non affrontato, le loro responsabilità. Prende spunto dalla vicenda della sua famiglia per allargare l'indagine a tutta Europa, con particolare attenzione a Germania e Francia e poi Austria e Italia ma con uno sguardo anche rivolto all'Est Europa che per decenni ha vissuto sotto il giogo Sovietico.

La lettura è appassionante, forse, in alcune parti, quelle che si allontano da Germania e Francia (suo padre è tedesco, sua madre francese, quindi i due Stati sono parte stretta della sua esperienza di vita), possono essere fin troppo veloci nella descrizione e tranchant nei collegamenti di causa/effetto e nei giudizi (ma per quanto posso conoscere, non ho trovato illogicità o palesi errori, complessivamente le valutazioni mi suonano corrette).

La fatica nell'assumersi le responsabilità, le scappatoie attraverso le troppo larghe maglie della giustizia delle quali hanno approfittato fin troppi criminali, il cinismo della realpolitik che ha indotto a scelte spesso assolutorie le potenze vincitrici, la mancata elaborazione della responsabilità fino a livello popolare (quante volte abbiamo visto come la accettazione passiva del procedere per passi successivi della politica eliminatoria abbia portato all'esito finale lungo un percorso forse non necessariamente inclinato), la debolezza della elaborazione culturale del passato alla quale si è contrapposta una legislazione della Memoria: sono tutti elementi che rendono interessante il libro e stimolano a riflessioni che sono attuali per due motivi. Il primo perché ci chiamano in causa: io come mi sarei comportato? il secondo perché in un certo senso rafforza la domanda di Valentina Pisanty in I GUARDIANI DELLA MEMORIA " Negli ultimi venti anni la Shaoh è stata oggetto di capillari attività commemorative in tutto il mondo occidentale. Negli ultimi vent'anni il razzismo e l'intolleranza sono aumentati a dismisura proprio nei paesi in cui le politiche della memoria sono state implementate con maggior vigore"

domenica 15 ottobre 2023

Therese Anne Flower: UN BEL QUARTIERE

 Therese Anne Flower: UN BEL QUARTIERE

Le statistiche contengono le storie di tante persone e famiglie che le compongono, che sono raccolte in dati e diagrammi asettici ma che una per una contengono vite, morte, sofferenze e gioie.

Spesso sembra che siano i risultati delle raccolte di dati a inclinare il piano verso gli esiti delle storie dove, partendo da condizione, genere e contesto, debbano quasi necessariamente scivolare, magari con piccoli eventi, coincidenze fortuite, casualità che possono dipendere dalla Fortuna. Ma questa Fortuna è determinata dal caso, o è la rappresentazione della divinità romana?

Quando questi eventi accadono siamo ancora liberi o entriamo in un processo kafkiano, come rappresentato con una accelerazione drammatica da questo romanzo, e diventiamo burattini di passaggi obbligati più forti e più grandi di noi, ai quali possiamo ribellarci solo con scelte drammaticamente forti?

Questo romanzo è oggetto di discussione del gruppo di lettura della Associazione Amici del gabbiano, l'incontro è programmato giovedì 26 ottobre, alle 21.00. In libreria Il Gabbiano.



sabato 30 settembre 2023

MEDITERRANEO. A BORDO DELLE NAVI UMANITARIE di Caterina Bonvicini

 MEDITERRANEO. A BORDO DELLE NAVI UMANITARIE di Caterina Bonvicini

Ho finito da poco questo libro di Caterina Bonvicini. E' il racconto delle esperienze a bordo di diverse navi umanitari che incrociando nel tratto di Mediterraneo tra le coste nord-africane e le coste sud-europee cercano di portare aiuto, salvando spesso le vite, a coloro che su imbarcazioni più o meno precarie, più o meno di fortuna, cercano di migrare dai loro Paesi di origine in modo informale e spesso con gravi rischi e pagando, in solido e in sofferenza, un prezzo altissimo (e questo quando non si paga il prezzo più alto, con la propria vita).

Trovo che sia un libro da leggere, di estremo interesse. E lo è indipendentemente da come ci si pone nel confronto, a volte feroce, tra coloro che esercitano il diritto umano di migrare per cercare di vivere meglio (o di vivere, nei casi più estremi) e coloro che non credono esista un dovere di accogliere (non in termini morali, in termini legali) all'interno di una entità costituita che è lo Stato di residenza (e per gli altri di approdo) (va oltre il dovere di salvare chi sta annegando in qualunque modo si sia creata la situazione).

Lo è perché questo libro libera "i migranti" da quella irrispettosa massificazione in un gruppo indistinto, in ombre confuse, in numeri o definizioni magari più offensive di migranti anche quando usate con imprecisione dolosa o colposa.

Con questo libro le persone sono riconosciute, nel limite del possibile ma con questa precisa volontà, una per una, con la loro vicenda, le loro sofferenze, anche con i loro tratti caratteriali. La necessità oggettiva consente all'autrice di rappresentare alcuni tra i molti, ma l'intento, o il risultato, è quello di far vedere che ogni persona è una persona. Poi chi vuole respingere e non accogliere può continuare a rimanere convinto della propria opinione, ma è consapevole che il suo atteggiamento non è verso un gruppo sconosciuto e indistinto, ma verso ogni singola persona.

Ovviamente il libro ha molti altri meriti, per le storie, per lo stile, la capacità di coinvolgere emotivamente partecipando con il cuore alle vicende narrate. Mi piaceva, l'ho creduto importante, sottolineare questo aspetto peculiare, forse perché mi disturba la massificazione indistinta delle persone, soprattutto coinvolte in eventi drammatici. Perché stiamo imparando, come associazione Amici del gabbiano, nelle nostre attività, a frantumare gli stereotipi e a cercare la persone in ogni aspetto storico o geopolitico che affrontiamo. Che siano le vittime della Shoah o dei Gulag, che siano i giusti di Gariwo o i protagonisti della società degli Stati dell'Africa, cerchiamo sempre di individuare le persone. 

Questo libro è un piccolo tassello in questo percorso. 

venerdì 25 agosto 2023

L’ARCO DELL’IMPERO CON LA CINA E GLI STATI UNITI ALLE ESTREMITA’ _ di Qiao Liang.

L’ARCO DELL’IMPERO CON LA CINA E GLI STATI UNITI ALLE ESTREMITA’ _ di Qiao Liang.

Qiao Liang è stato Maggior Generale dell’Aeronautica all’interno delle forze Armate Cinesi con un ruolo di Lavoro Politico. Il libro è del 2016.

HO letto questo libro su sollecitazione di un amico che ha stimolato la curiosità di “vedere le vicende del mondo con altri occhi”. Generalmente i libri che capita di leggere sono critici verso la nostra storia, la nostra società e il nostro sistema socio-politico colpevole di essere vuoi sfruttatore, vuoi ipocrita, vuoi asfittico, vuoi declinante. Ma sempre, dall’analista di turno, visto e vissuto (e spesso goduto) dall’interno.

In un primo momento ho avuto la duplice sensazione di non capire cosa stavo leggendo e di essere deluso dal quanto leggevo.

Avevo la sensazione di una visione complottistica scritta ad uso e consumo del pubblico cinese. Sembrava, leggendo le sue pagine, che la storia dell’ultimo secolo e di parte di questa fosse un succedersi di eventi manovrati dagli Stati Uniti per mantenere il suo potere soprattutto finanziario (grazie al dollaro, facendo faticare gli altri per godere di un alto regime di vita). Dalle guerre mondiali atte a sfinire l’impero Britannico, al sostegno alle rivoluzioni colorate non viste come ansia e desiderio di libertà di popoli da sempre oppressi ma come strumento di disordine per riportare sotto il controllo regimi non più tanto amici.

Se la prima impressione, di capire comunque poco, è rimasta, la seconda è stata mitigata da una breve ma precisa nota di indirizzo di questo amico e dalla notizia che l’India comperava petrolio dagli arabi pagandoli in Rupie ( si aggiunga le proposte di Lula di creare una moneta internazionale BRICS alternativa al dollaro).

E’ un libro che alla fine è piuttosto interessante da leggere, per certi versi, anche per maggior scioltezza, le appendici sono più interessanti del resto del volume. Bello il dialogo con l’economista sino-americano Chen Zhiwu (che ho avuto il piacere, ha dato del complottista a Qiao Liang – e quindi non avevo poi visto così male. E questi non ha negato che a suo avviso un complotto organizzato dagli USA esista veramente, anche se ha mitigato le affermazioni contenute nelle pagine precedenti).

Mi sembra di ave avuto la conferma di quanto leggevo negli altri libri SULLA Cina, che non è uno Stato di "Yesmen", all’interno di recinti ben chiusi, il dialogo e il dibattito anche critico esistono. E la seconda cosa (due su molte, ma i miei limiti sono evidenti) è che traspare la capacità della Cina di vedere lungo. C’è un affermazione nelle pagine finali che forse è esagerata, ma mi pare sintomatica. La copio anche se è un po’ estrapolata dal complesso del discorso. “ Fino ad allora, e di fronte alle pressioni geopolitiche esistenti, dovemmo solo tornare a concentrarci sulla Nuova via della seta. Si tratta DI UN OBIETTIVO DI CENT’ANNI, quindi non c’è assolutamente bisogno di affrettarsi. Anche se potessimo costruire un collegamento ferroviario diretto con l’Europa alla <velocità Shenzhen>, sarebbe meglio non fare una cosa così stupida."

Una cosa un po’ divertente è quando rispondendo a Global Times dice “ A mio parere, l’attuale declino degli Stati Uniti è il risultato dell’innovazione americana, ed è Internet che l’ha innescato. Perché Internet è il nuovo strumento che permetterà agli uomini di creare nuovi percorsi di democrazia”… se pensiamo che lo dice un Generale dell’esercito di un Paese che ha creato il Great Firewall e una rete internet chiusa e controllata, fa sorridere.